Che cos’è la Metformina?
Breve introduzione
La metformina è un farmaco antidiabetico orale appartenente alla classe delle biguanidi. È uno dei trattamenti più utilizzati nel mondo per la gestione del diabete di tipo 2, grazie alla sua comprovata efficacia, sicurezza e tollerabilità nel lungo termine. A differenza di altri farmaci ipoglicemizzanti, la metformina non stimola direttamente la secrezione di insulina, ma agisce migliorando la risposta del corpo all’insulina già presente.
Il suo utilizzo è particolarmente diffuso nei pazienti adulti e negli adolescenti con diabete di tipo 2, soprattutto in presenza di sovrappeso, in quanto offre anche un modesto effetto sulla riduzione del peso corporeo. È disponibile in diverse formulazioni e dosaggi per adattarsi alle esigenze specifiche di ciascun paziente.
Perché è uno dei farmaci più prescritti per il diabete di tipo 2
La metformina rappresenta il trattamento di prima linea per la maggior parte dei pazienti con diabete di tipo 2, come raccomandato da linee guida internazionali e nazionali. Questo perché non solo contribuisce in modo efficace al controllo della glicemia, ma è anche associata a una ridotta incidenza di complicanze cardiovascolari nei pazienti diabetici.
Un altro punto di forza della metformina è il suo profilo di sicurezza: è generalmente ben tollerata e non provoca ipoglicemia quando usata da sola, un vantaggio significativo rispetto ad altri antidiabetici. Inoltre, il costo contenuto e la disponibilità di formulazioni generiche ne fanno una scelta accessibile e sostenibile per molti pazienti.
L’ampio utilizzo della metformina si spiega anche con la sua flessibilità terapeutica: può essere usata da sola o in combinazione con altri farmaci antidiabetici orali o insulina, permettendo una personalizzazione del trattamento in base alla risposta del paziente.
Composizione
Principio attivo: Metformina cloridrato
Il principio attivo presente nelle compresse di Metformina è la metformina cloridrato, una molecola appartenente alla famiglia delle biguanidi. Questo composto è responsabile dell’effetto ipoglicemizzante del farmaco, ovvero della sua capacità di abbassare e stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue nei pazienti affetti da diabete di tipo 2.
La metformina cloridrato è altamente solubile in acqua e viene assorbita principalmente a livello intestinale. Una volta assunta, raggiunge la massima concentrazione plasmatica entro due o tre ore, a seconda della formulazione utilizzata. Il principio attivo non viene metabolizzato dal fegato e viene eliminato inalterato per via renale.
Eccipienti comuni nelle diverse formulazioni
Oltre al principio attivo, ogni compressa di Metformina contiene una serie di eccipienti che ne garantiscono la stabilità, l’assorbimento e la facilità di somministrazione. Gli eccipienti variano leggermente a seconda del produttore e della formulazione (a rilascio immediato o prolungato), ma tra i più comuni si trovano:
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Amido di mais o pregelatinizzato
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Povidone
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Magnesio stearato
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Cellulosa microcristallina
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Ipromellosa (soprattutto nelle compresse a rilascio modificato)
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Silice colloidale anidra
Questi componenti non hanno effetto terapeutico diretto, ma svolgono un ruolo importante nel garantire la corretta disgregazione e l’assorbimento della compressa all’interno del tratto gastrointestinale.
Diversi dosaggi disponibili
La Metformina è disponibile in vari dosaggi per adattarsi alle esigenze terapeutiche dei singoli pazienti e alla progressione del trattamento nel tempo. Le concentrazioni più comuni sono:
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500 mg
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850 mg
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1000 mg
Il dosaggio da 850 mg, in particolare, rappresenta una via intermedia molto utilizzata nei pazienti già avviati alla terapia che necessitano di un aggiustamento per migliorare il controllo glicemico. Tutti i dosaggi sono disponibili in compresse da assumere per via orale, con formulazioni a rilascio immediato o prolungato, quest’ultime particolarmente utili per migliorare la tollerabilità gastrointestinale.
Come si assume la Metformina?
Dosaggi raccomandati
Il dosaggio di metformina deve essere stabilito dal medico in base alle esigenze cliniche del paziente, alla risposta al trattamento e alla tolleranza individuale. In generale, la terapia inizia con una dose bassa per minimizzare gli effetti collaterali gastrointestinali, con una graduale titolazione verso la dose terapeutica ottimale.
La dose iniziale tipica è di 500 mg o 850 mg una volta al giorno, generalmente durante i pasti. Dopo 10-15 giorni, il dosaggio può essere aumentato in base alla glicemia misurata. La dose massima raccomandata per adulti è di 3000 mg al giorno, suddivisa in due o tre somministrazioni. Per i pazienti anziani o con ridotta funzione renale, le dosi devono essere adattate con particolare cautela.
Nel caso della metformina 850 mg, si tratta di un dosaggio frequentemente utilizzato come dose di mantenimento o come fase intermedia durante l’incremento graduale. Viene spesso somministrata due volte al giorno per garantire un effetto glicemico costante e prolungato.
Modalità di assunzione
La metformina deve essere assunta per via orale, preferibilmente durante o subito dopo i pasti principali. Questo accorgimento è fondamentale per migliorare la tollerabilità del farmaco, in particolare a livello gastrointestinale.
Le compresse devono essere ingerite intere, accompagnate da un bicchiere d’acqua, senza masticarle né frantumarle, soprattutto nel caso delle formulazioni a rilascio prolungato. È importante rispettare la posologia prescritta e distribuire le dosi nell’arco della giornata per ottimizzare l’effetto terapeutico e ridurre al minimo gli effetti indesiderati.
Consigli utili per l’assunzione sicura
Per garantire un uso corretto della metformina e ridurre il rischio di complicazioni, è opportuno seguire alcune raccomandazioni pratiche:
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Assumere sempre il farmaco durante i pasti, per migliorare la tolleranza gastrica.
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Evitare il consumo eccessivo di alcol durante il trattamento, poiché può aumentare il rischio di acidosi lattica.
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Monitorare regolarmente la funzione renale attraverso esami del sangue, soprattutto nei pazienti anziani o con fattori di rischio.
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Non modificare la dose né interrompere la terapia senza consultare il medico.
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In caso di interventi chirurgici o esami radiologici con mezzo di contrasto iodato, è spesso necessario sospendere temporaneamente la metformina per ridurre il rischio di effetti avversi.
Seguire attentamente queste indicazioni consente di massimizzare i benefici terapeutici della metformina, minimizzando al contempo gli eventuali rischi associati all’assunzione del farmaco.
Come funziona la Metformina?
Meccanismo d’azione
La metformina agisce principalmente riducendo la produzione di glucosio a livello epatico, ovvero nel fegato. Questo processo, noto come gluconeogenesi epatica, è particolarmente attivo nei pazienti con diabete di tipo 2 e contribuisce in modo significativo all’iperglicemia a digiuno. Inibendo questa produzione eccessiva, la metformina aiuta a ridurre i livelli basali di glucosio nel sangue.
Inoltre, la metformina migliora la sensibilità all’insulina nei tessuti periferici, in particolare nei muscoli, favorendo l’ingresso del glucosio nelle cellule e il suo utilizzo come fonte di energia. Questo effetto è particolarmente utile nei pazienti con insulino-resistenza, una condizione comune nel diabete di tipo 2.
A differenza di altri farmaci antidiabetici, la metformina non stimola direttamente la secrezione di insulina da parte del pancreas, riducendo così il rischio di ipoglicemia, soprattutto quando viene assunta da sola.
Vantaggi clinici
L’efficacia della metformina nel controllo glicemico è ben documentata e supportata da numerosi studi clinici. Oltre a ridurre i livelli di glucosio a digiuno e post-prandiali, la metformina contribuisce alla riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1c), un indicatore fondamentale del controllo del diabete nel lungo termine.
Un altro beneficio clinico rilevante è il suo effetto positivo sul peso corporeo. A differenza di molti altri antidiabetici che tendono a causare un aumento di peso, la metformina è generalmente neutra o addirittura favorisce una leggera perdita di peso, aspetto vantaggioso soprattutto nei pazienti sovrappeso o obesi.
Infine, l’uso continuativo della metformina è stato associato a una riduzione del rischio di complicanze cardiovascolari nei pazienti diabetici, in particolare infarti e ictus. Questo effetto protettivo si aggiunge al suo ruolo primario nel miglioramento del metabolismo del glucosio, rendendola una scelta terapeutica di riferimento nel trattamento del diabete di tipo 2.
Indicazioni
Trattamento del diabete di tipo 2
La principale indicazione terapeutica della metformina è il trattamento del diabete mellito di tipo 2, una patologia metabolica caratterizzata da iperglicemia cronica dovuta a insulino-resistenza e, in misura variabile, a deficit della secrezione insulinica. La metformina è considerata il farmaco di prima scelta nei pazienti adulti, in particolare quando l’alimentazione controllata e l’attività fisica non sono sufficienti a mantenere adeguati livelli glicemici.
Può essere utilizzata in monoterapia o in combinazione con altri farmaci antidiabetici orali, analoghi del GLP-1 o insulina, in funzione del quadro clinico del paziente e degli obiettivi terapeutici. La sua efficacia, unita a un buon profilo di sicurezza, ne ha fatto una colonna portante nella strategia di gestione del diabete tipo 2.
Uso in pazienti sovrappeso
La metformina è particolarmente indicata nei pazienti con diabete di tipo 2 che presentano sovrappeso o obesità. In questi soggetti, oltre al miglioramento del controllo glicemico, il farmaco può contribuire alla riduzione del peso corporeo o, quanto meno, a prevenirne l’aumento. Questo effetto è clinicamente rilevante, poiché l’eccesso di peso è uno dei principali fattori che aggravano la resistenza insulinica e favoriscono l’evoluzione della malattia diabetica.
Grazie a questo profilo favorevole, le linee guida internazionali raccomandano l’uso prioritario della metformina in soggetti con diabete tipo 2 e indice di massa corporea elevato.
Impiego off-label (ove previsto)
Oltre al trattamento del diabete di tipo 2, la metformina viene talvolta utilizzata in contesti clinici diversi, anche se al di fuori delle indicazioni ufficialmente approvate. Tra gli usi off-label più comuni vi è la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), una condizione endocrina che colpisce molte donne in età fertile e che si associa spesso a insulino-resistenza e disturbi del metabolismo glucidico.
In questi casi, la metformina può aiutare a migliorare la sensibilità insulinica, regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre i livelli di androgeni. L’impiego del farmaco per questa finalità deve comunque avvenire sotto stretta supervisione medica, considerando attentamente rischi e benefici individuali.
Controindicazioni
Patologie che ne sconsigliano l’uso
L’assunzione di metformina è controindicata in presenza di alcune condizioni cliniche che aumentano il rischio di effetti avversi gravi, in particolare l’acidosi lattica, una complicanza rara ma potenzialmente fatale. Le principali patologie che escludono l’uso del farmaco includono:
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Insufficienza renale moderata o grave, poiché la metformina viene eliminata per via renale e l’accumulo del principio attivo può predisporre all’acidosi lattica. È fondamentale valutare la funzionalità renale (tramite il filtrato glomerulare stimato) prima e durante il trattamento.
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Insufficienza epatica, in quanto il fegato svolge un ruolo cruciale nel metabolismo del lattato, la cui alterazione può favorire la comparsa di acidosi lattica.
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Scompenso cardiaco grave o recente infarto del miocardio, per via del maggiore rischio di ipossia tissutale.
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Insufficienza respiratoria severa, che comporta un apporto insufficiente di ossigeno ai tessuti.
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Alcolismo cronico o consumo acuto eccessivo di alcol, che può interferire con il metabolismo del lattato.
L’identificazione accurata di queste condizioni è essenziale prima dell’inizio della terapia con metformina, e i pazienti devono essere monitorati regolarmente durante il trattamento.
Altre condizioni
Oltre alle patologie sopra elencate, esistono situazioni specifiche in cui l’uso della metformina deve essere temporaneamente sospeso o attentamente valutato:
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Gravidanza e allattamento: l’uso della metformina durante la gravidanza è generalmente sconsigliato, salvo indicazioni specifiche del medico. In caso di necessità terapeutica, si preferisce in genere l’insulina. Durante l’allattamento, la metformina può essere compatibile in alcuni casi, ma solo sotto stretto controllo medico.
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Procedure diagnostiche con mezzo di contrasto iodato: in occasione di esami radiologici come TAC o angiografie, l’uso della metformina deve essere sospeso prima e dopo la somministrazione del contrasto per evitare danni renali acuti che potrebbero predisporre all’accumulo del farmaco e quindi all’acidosi lattica.
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Interventi chirurgici maggiori: nei giorni precedenti e successivi a un’operazione chirurgica, può essere indicata la sospensione temporanea della metformina per ridurre il rischio di complicazioni metaboliche.
Il rispetto delle controindicazioni e delle precauzioni d’uso consente di ridurre significativamente i rischi associati al trattamento con metformina, mantenendone al contempo i benefici terapeutici nel controllo del diabete di tipo 2.
Effetti Collaterali
Effetti indesiderati comuni
Gli effetti collaterali più frequenti della metformina sono di natura gastrointestinale. Questi sintomi si manifestano principalmente all’inizio del trattamento, soprattutto se il dosaggio viene aumentato troppo rapidamente o se il farmaco viene assunto a stomaco vuoto. Tra i disturbi più comuni si segnalano:
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Nausea
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Diarrea
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Dolore addominale
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Meteorismo
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Perdita di appetito
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Sapore metallico in bocca
Nella maggior parte dei casi, questi effetti sono lievi e transitori e tendono a risolversi spontaneamente entro pochi giorni o settimane. L’assunzione della metformina durante i pasti e una titolazione graduale della dose sono strategie efficaci per ridurre l’incidenza e l’intensità di questi disturbi.
Effetti rari ma gravi
Uno degli effetti indesiderati più rari ma potenzialmente gravi della metformina è l’acidosi lattica, una condizione caratterizzata da accumulo di acido lattico nel sangue, che può comportare un grave squilibrio metabolico. Sebbene si verifichi molto raramente, è una complicanza seria che richiede attenzione immediata.
I fattori di rischio includono insufficienza renale, epatica, cardiaca o respiratoria, oltre al consumo eccessivo di alcol. I sintomi di allarme possono includere:
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Dolore muscolare
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Affaticamento estremo
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Difficoltà respiratorie
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Nausea persistente
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Confusione o riduzione della coscienza
Il rispetto delle controindicazioni e il monitoraggio regolare della funzione renale riducono significativamente il rischio di acidosi lattica.
Come ridurre gli effetti collaterali
Per minimizzare gli effetti indesiderati della metformina, è consigliabile adottare alcune precauzioni fondamentali:
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Assumere sempre il farmaco durante o subito dopo i pasti principali.
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Iniziare con dosaggi bassi, aumentandoli gradualmente sotto controllo medico.
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Utilizzare, se necessario, formulazioni a rilascio prolungato, che possono migliorare la tollerabilità gastrica.
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Evitare l’alcol e mantenere una buona idratazione.
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Seguire regolarmente i controlli clinici e di laboratorio, in particolare della funzionalità renale.
L’approccio prudente e personalizzato all’assunzione della metformina consente alla maggior parte dei pazienti di beneficiare pienamente del trattamento, riducendo al minimo gli effetti collaterali.
Domande Frequenti (FAQ)
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Quanto costa la metformina 850 prezzo su Farmacie Riunite?
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La metformina 850 è adatta a tutti i pazienti?
La metformina 850 non è adatta a tutti i pazienti. Sebbene rappresenti un’opzione terapeutica efficace per molti soggetti con diabete di tipo 2, il dosaggio deve essere sempre valutato dal medico in base alle condizioni cliniche, alla tolleranza del farmaco e alla funzionalità renale. È importante non assumere questo dosaggio senza una precedente indicazione medica, poiché un uso improprio potrebbe aumentare il rischio di effetti indesiderati.
Salute della donna – Dr. Lorenzo De Santis
Dr. Lorenzo De Santis è un ginecologo di grande esperienza, specializzato in medicina della riproduzione e chirurgia ginecologica mininvasiva. Dopo essersi laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna, ha conseguito la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia presso l’Università di Firenze, approfondendo le sue competenze in diagnosi prenatale, endometriosi e infertilità. Ha proseguito la sua formazione con corsi avanzati in laparoscopia ginecologica presso l’IRCAD di Strasburgo, uno dei centri più rinomati a livello europeo.
Attualmente esercita presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, dove è membro dell’equipe di Ginecologia Oncologica e Riproduttiva. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche e partecipa regolarmente a congressi nazionali e internazionali. Indossa con orgoglio il camice bianco e la medaglia dell’Ordine dei Medici di Milano, simbolo del suo impegno etico e professionale verso le pazienti.
«Con delicatezza e precisione – la salute femminile è la mia missione.» — Dr. Lorenzo De Santis

Dr. Lorenzo De Santis